In questo strano anno dove in molti ci siamo incontrati solo in rete, l’unico Direttore della Biennale che non ho ancora conosciuto di persona è Marie Chouinard, maestra della danza contemporanea. Ma anche se attraverso lo schermo di un computer, ogni contatto che abbiamo avuto mi ha dato la percezione di una persona che sprigiona una forte empatia.
Il suo modo di comunicare con le parole e con i gesti, con lo sguardo e perfino con il modo in cui si inquadra davanti alla telecamera del computer è carico di grazia e intelligenza poetica.
I suoi interventi sono costruiti come brevi racconti teatrali e interpretati da chi sa usare il proprio corpo e trasmettere quest’arte agli altri.
Marie Chouinard è la sintesi delle arti della Biennale: narrazione, danza, recitazione, performance d’artista.
Leggete la sua introduzione e avrete la prova di quanto ho detto.
La Danza, come la Musica e il Teatro sono apparentemente le arti meno visibili tra le Mostre e i Festival della Biennale.
Ma sono quelle che lasciano il segno più forte. Questo non significa che Arte, Architettura o Cinema siano meno influenti nel nostro modo di vivere la contemporaneità.
Ma poiché mettono necessariamente in gioco i corpi, le arti dal vivo hanno meno alibi espressivi di chi può farsi “aiutare” in modo sostanziale dalle nuove tecnologie.
Non esistono se non in presenza e, per questo, sono state le più colpite dalla pandemia che ha precluso agli spettatori i luoghi dove poterle vedere (lo stesso è capitato anche al cinema e alle mostre di arte e architettura), ma soprattutto ha bloccato il processo creativo.
Si può immaginare una coreografia ma non si può realizzarla, si può comporre un brano musicale ma non si può provarlo con i musicisti, si può scrivere un testo teatrale ma non si può salire sul palcoscenico.
La Biennale Danza 2020 si svolge come previsto (con le limitazioni imposte e recentemente sperimentate alla Mostra d’Arte Cinematografica) e Marie Chouinard ha vinto tutti gli ostacoli pur lavorando a distanza. Vedere oggi i giovani che partecipano al College negli splendidi edifici restaurati all’interno dell’Arsenale è una gioia immensa, emozione che Marie non ha ancora potuto provare senza il filtro di un computer.
Ma chi come me ha avuto la fortuna di vedere la passione e l’impegno di queste ragazze e questi ragazzi, provenienti da diverse parti del mondo, e ha potuto cogliere la gioia e la soddisfazione nei loro sguardi, capisce immediatamente l’importanza e la grandezza del lavoro dei Direttori della Biennale. A Marie e ai suoi colleghi va la mia più sincera gratitudine e sono felice che gli spettatori possano vedere il frutto del suo lavoro anche se distanziati e indossando la mascherina.
Gratitudine estesa anche alla sua partecipazione alla curatela, condivisa con gli altri Direttori, per la realizzazione della Mostra Le muse inquiete. La Biennale di Venezia di fronte alla storia, inaugurata nel Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale, aperta fino all’8 dicembre 2020.