fbpx Biennale Danza 2020 | Noé Soulier - Les vagues
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Danza

Noé Soulier - Les vagues

Coreografia: Noé Soulier
Performers:Stephanie Amurao, Lucas Bassereau, Meleat Fredriksson, Yumiko Funaya, Nans Pierson, Nangaline Gomis
Musica:Noé Soulier, Tom De Cock, Gerrit Nulens
Interpretazione:Ensemble Ictus
Percussioni:Ruben Martinez Orio, Gerrit Nulens (Ictus Ensemble)
Disegno luci:Victor Burel
Direzione luci:Marc Pichard
Produzione:ND Productions (Paris)
Produttore esecutivo:Centre national de danse contemporaine CNDC (Angers)
Coproduzione:Tanz im August / HAU Hebbel am Ufer, Berlin (DE); La Place de la Danse – CDCN Toulouse / Occitanie (FR); Chaillot – Théâtre national de la Danse, Paris (FR); Festival d’Automne à Paris (FR); CN D Centre national de la danse, Pantin (FR); Opéra de Lille (FR); Theater Freiburg (DE); Teatro Municipal do Porto (PT); Kaaitheater Brussels (BE); PACT Zollverein, Essen (DE)
Con il sostegno di:Direction Régionale des Affaires Culturelles d’Île-de-France – Ministère de la Culture et de la Communication au titre de l’aide à la structuration
Con la partecipazione di:Fonds Transfabrik – Franco-German Fund for performing arts
Nota:Noé Soulier è il direttore de CNDC di Angers. Il CNDC è finanziato dal Ministro della cultura - DRAC dei paesi della Loira, la città di Angers, la Regione dei paesi della Loira, Dipartimento Maine e Loira

Descrizione

Les Vagues/The Waves di Noé Soulier esplora i vari modi in cui i gesti suggeriscono esperienze corporee a cascata, espandendo la ricerca già condotta in lavori precedenti su movimenti, significati, ricordi e rimandi evocativi. Ogni movimento, nella sua comunicatività, può riferirsi a una vasta gamma di simboli, schemi, suggestioni, spiegazioni e commenti.

Noé Soulier

“L’esperienza delle nostre azioni corporee, sia nel presente sia nella memoria che ne abbiamo, è sempre frammentaria.
È questa dimensione frammentaria dell’esperienza corporea che cerco di veicolare attraverso il movimento. Per farlo mi affido a compiti pratici che tutti conosciamo, come evitare, colpire, gettare o afferrare. Questi obiettivi sono però deviati rispetto alla loro funzione iniziale. Eliminando ciò che rende familiari queste azioni quotidiane, cerco di rivelare la stranezza e l’elusività dell’esperienza del nostro proprio corpo”.


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