Ensemble vocale: | Theatre of Voices: Else Torp soprano, Iris Oja mezzosoprano, Paul Bentley-Angell tenore, Jakob Bloch Jespersen basso |
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Ensemble strumentale: | PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble: Filippo Fattorini violino, Luca Sanzò viola, Anna Maria Armatys violoncello, Tonino Battista coordinamento |
Direttore: | Paul Hillier |
In coproduzione con: | Fondazione Musica per Roma |
Theatre of Voices / PMCE Parco della Musica Contemporanea Ensemble
David Lang
Di David Lang, protagonista del post-minimalismo americano e fondatore di Bang On A Can, viene eseguito The Little Match Girl Passion, brano premiato nel 2008 con il Pulitzer per la musica e interpretato dal Theatre of Voices di Paul Hillier, che lo ha registrato per l’etichetta Harmonia Mundi vincendo nel 2010 un Grammy Award.
“Volevo raccontare una storia. Una storia particolare - in effetti, la favola de La piccola fiammiferaia del danese Hans Christian Andersen. L’originale è in apparenza per bambini, e ha quella sconvolgente combinazione di pericolo e moralità, che hanno molte famose storie per bambini”. Con queste parole David Lang descrive l’attrazione per questa storia di “bellezza e orrore” alla base della sua fortunata composizione per quattro voci a cappella. L’interesse per la favola di Andersen non è nel racconto della trama ma nel suo valore di parabola o di racconto morale, in cui Lang assimila i patimenti della fiammiferaia alla sofferenza del Cristo. In questo pezzo, in quindici stazioni si rappresenta passione e morte della fiammiferia, che muore di freddo nell’indifferenza di una folla distratta dai preparativi delle feste per la nascita di Cristo.
Arvo Pärt
Di Arvo Pärt viene eseguito lo Stabat Mater nella versione originale del 1985 per trio di voci e archi. Prodotto tipico dello stile compositivo “tintinnabuli” sviluppato dal compositore estone fin dagli anni Settanta del secolo scorso, nel suo stile meditativo e tempo lento, nella purezza delle linee musicali e nell’organico ridotto a sole tre voci soliste e tre strumenti ad arco, l'opera rappresenta un ritorno alle radici spirituali del testo. Lo strazio di una madre davanti al corpo morto del figlio viene sublimato in una dolente ma rasserenante meditazione sulla morte. Come spiega lo stesso Pärt: “È come il contatto di elementi opposti, ad esempio lava che erutta da un vulcano e scorre nell’acqua. Sembra impossibile che tali elementi diversi si possano incontrare; tuttavia, in questo pezzo è esattamente ciò che accade. Il testo ci presenta l’esistenza simultanea di un dolore incommensurabile per questo evento e la consolazione potenziale.”