Lisa Streich: | Stabat (2017, 27’) per 32 voci in quattro cori |
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Giovanni Croce (1557-1609): | Stabat Mater (1597, 10’) sequenza a otto voci in due cori |
Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594): | Stabat Mater (1590 ca., 13’) sequenza a otto voci in due cori |
Interpreti: | Cappella Marciana / Marco Gemmani, Maestro di Cappella |
In collaborazione con: | Basilica e Procuratoria di San Marco |
Lisa Streich / Giovanni Croce / Giovanni Pierluigi da Palestrina
LISA STREICH - STABAT
Il programma del concerto prende spunto dalla composizione di Lisa Streich, Stabat, un omaggio alla figura di Maria attraverso uno dei testi più musicati della tradizione cristiana, la sequenza del XIII secolo attribuita a Jacopone da Todi, Stabat Mater. Streich, ispirandosi alla musica policorale romana del Seicento, compone lo spazio dell’ascolto tramite l’articolazione delle fonti sonore, in un cesellato lavoro di chiaroscuro che si addentra nei meandri del suono e del silenzio.
Il lavoro della Streich dialoga con alcuni dei massimi esempi di interpretazioni musicali dello Stabat Mater, tratti dalla grande tradizione polifonica italiana del tardo Rinascimento. Giovanni Croce prediligeva la purezza e perfezione dello stile polifonico di Palestrina più che la gestualità espressiva del tardo madrigale cinquecentesco. Stabat Mater dolorosa è l’ultimo del suo primo libro di Motetti a quattro voci. Uno degli esempi migliori della visione spirituale più che drammatica della sequenza di Jacopone, invece, è quella del tardo capolavoro del Palestrina, che negli ultimi anni di vita compose uno Stabat Mater di cristallina purezza polifonica, restituendo l’immagine di Maria ai piedi della croce non come la madre distrutta dal dolore ma come la testimone sublime della trasfigurazione di Cristo.