The Future Assembly Symposium
Venerdì 8 ottobre, un nuovo appuntamento con i Meetings on Architecture. Intervengono: Hashim Sarkis, Olafur Eliasson e Sebastian Behmann (Studio Other Spaces), Caroline A. Jones, Kumi Naidoo.
The Future Assembly Symposium
Venerdì 8 ottobre 2021 dalle ore 17.30 alle 19 La Biennale di Venezia ospiterà The Future Assembly Symposium al Teatro Piccolo Arsenale.
Olafur Eliasson e Sebastian Behmann, co-fondatori di Studio Other Spaces, dialogheranno con Caroline A. Jones, docente di storia dell’arte presso il MIT e co-designer di Future Assembly; Kumi Naidoo, ambassador di Africans Rising for Justice, Peace and Dignity e co-designer di Future Assembly.
All’incontro parteciperà anche Hashim Sarkis, Curatore della Biennale Architettura 2021 e del programma dei Meetings on Architecture – Expanded Programme.
Il simposio si inserisce nella “mostra nella mostra” intitolata Future Assembly, realizzata al Padiglione Centrale ai Giardini da Studio Other Spaces che, in risposta alla domanda How will we live together?, ha attivato una collaborazione tra otto co-designer e oltre cinquanta partecipanti provenienti da tutto il mondo. Il gruppo eterogeneo ha immaginato un’assemblea sovrumana per il futuro della terra, in parte ispirata a quella multilaterale delle Nazioni Unite.
Future Assembly
Collocato nel mezzanino del Padiglione Centrale ai Giardini, Future Assembly comprende un’esposizione di cinquanta ‘stakeholder’ sovrumani da diverse parti del mondo, proposti dai partecipanti della Biennale di Architettura 2021. Questi stakeholder – che includono anche funghi, estuari e gas effimeri – rappresentano quelle entità viventi e non i cui diritti sono tradizionalmente esclusi dalla legislazione umana. Tutti i cinquanta stakeholder sono radunati nel terreno comune della mappa mondiale di Future Assembly, un tappeto circolare di dodici metri di diametro, realizzato con plastica oceanica riciclata. I tentativi umani di riconoscere e preservare i diritti della natura durante i 75 anni di storia dello Statuto delle Nazioni Unite sono presentati nello Statuto sovrumano, che si estende su tre pareti della mostra.
Gli otto co-designer sono: Studio Other Spaces (SOS) – rappresentato dai suoi fondatori, l’artista Olafur Eliasson e l’architetto Sebastian Behmann – con Caroline A. Jones, docente di Storia dell’Arte; Hadeel Ibrahim, attivista; Kumi Naidoo, ambasciatore di Africans Rising for Justice, Peace and Dignity; Mariana Mazzucato, docente e direttore fondatore dell’Institute for Innovation and Public Purpose presso lo University College di Londra; Mary Robinson, presidente The Elders e professore associato di Giustizia climatica presso il Trinity College di Dublino; Paola Antonelli, senior curator di Architettura e Design presso il Museum of Modern Art di New York.
Studio Other Spaces
Fondato dall’artista Olafur Eliasson e dall’architetto Sebastian Behmann a Berlino nel 2014, Studio Other Spaces mette in relazione arte e architettura attraverso progetti interdisciplinari e sperimentali di costruzione e opere per lo spazio pubblico.
Progetti recenti includono il design del Lyst Restaurant (2019) nel Fjordenhus di Vejle; Common sky (2019), per la reinvenzione dell’Albright-Knox Art Gallery a Buffalo, New York; un’istallazione permanente per il 15° e 16° piano del Morland Mixité Capitale a Parigi (2015-2021); il Meles Zenawi Memorial Park (2013-2021) ad Addis Ababa, un campus che comprende cinque edifici, diversi padiglioni e un parco concepito e realizzato con partner etiopi, in collaborazione con Vogt Landscape Architects. La prima personale dello studio, intitolata The Design of Collaboration, è stata presentata al Kunst Meran Merano Arte in Alto Adige, Italia (settembre 2020 - gennaio 2021).