La prima mostra personale di Baya Mahieddine, nata Fatima Haddad, si tiene presso la Galerie Maeght di Parigi nell’autunno del 1947, quando l’artista ha appena sedici anni. Dopo un’infanzia in Algeria, raggiunge l’Europa al seguito di Marguerite Caminat Benhoura, un’intellettuale e archivista francese che l’ha adottata incoraggiandone la creatività. La talentuosa Baya è subito celebrata dall’avanguardia parigina, ottenendo i più entusiastici apprezzamenti dai protagonisti della scena internazionale – primo tra tutti André Breton, che scrive il testo di accompagnamento per la sua prima mostra. I suoi lavori dipinti su cartone rappresentano lussureggianti paesaggi naturali abitati da sole donne riccamente vestite e decorate con tipici motivi magrebini. Il luminoso abito giallo che veste la donna di Femme robe jaune cheveux bleus (1947) emerge dalle tinte crepuscolari dello sfondo mentre sembra aggredito da quattro pavoni e una farfalla; Femme robe à chevrons (1947) è completato dall’occhio dello strano uccello con cui sembra accoppiarsi; e infine il moto di linee continue e ondulatorie che attraversano Femme au panier et coq rouge (1947) suggellano l’unione tra le piume di un gigantesco gallo e il vestito della donna che lo affianca. Dietro l’immagine di una natura rigogliosa e ingovernabile, queste favole nascondono una figura femminile fiera, decisa e indipendente come la giovane Baya.
Stefano Mudu