fbpx Biennale Cinema 2022 | Canyon Passage (I conquistatori)
La Biennale di Venezia

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Cinema

Canyon Passage (I conquistatori)

Venezia Classici
Regia:
Jacques Tourneur
Produzione:
Universal Pictures
Durata:
92’
Lingua:
Inglese
Paesi:
USA
Anno:
1946
Interpreti:
Dana Andrews, Brian Donlevy, Susan Hayward, Patricia Roc, Ward Bond, Hoagy Carmichael, Fay Holden, Stanley Ridges, Lloyd Bridges, Andy Devine, Victor Cutler, Rose Hobart, Halliwell Hobbes, James Cardwell, Onslow Stevens, Tad Devine, Denny Devine
Sceneggiatura:
Ernest Pascal
Fotografia:
Edward Cronjager
Montaggio:
Milton Carruth
Scenografia:
John B. Goodman, Richard H. Riedel
Costumi:
Travis Banton
Musica:
Frank Skinner
Suono:
Bernard B. Brown
Restauro:
Universal Pictures / The Film Foundation
Laboratorio:Universal Studio Post
Dal romanzo:Canyon Passage
Di:Ernest Haycox

Produzione/Distribuzione

RESTAURO A CURA DI: Cassandra Moore – Universal Pictures
100 Universal City Plaza
91608 – Universal City, United States of America
Tel. +1 2134467283
cassandra.moore@nbcuni.com

DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE: Jack Bell– Park Circus
15 Woodside Crescent
G3 7UL – Glasgow, United Kingdom
info@parkcircus.com
http://www.parkcircus.com

UFFICIO STAMPA: Aaron Rogers – Universal Pictures
100 Universal City Plaza
91608 – Universal City, United States of America
Tel. +1 8187772352
aaron.rogers@nbcuni.com

Sinossi

Nell’Oregon di frontiera del 1850, l’uomo d’affari Logan Stuart è combattuto tra l’amore per due donne molto diverse e la lealtà verso un amico, giocatore d’azzardo compulsivo che ha superato il limite. Il film è stato adattato dal romanzo Canyon Passage di Ernest Haycox, pubblicato dal Saturday Evening Post nel 1945. Hoagy Carmichael (musica) e Jack Brooks (testi) sono stati candidati all’Oscar per la migliore canzone originale con Ole Buttermilk Sky.

Nota critica

Tourneur mette in moto una serie complessa di sottotrame e personaggi secondari – tra cui un curioso intrattenitore (Hoagy Carmichael), un’algida matrona di saloon (Rose Hobart) e il marito, abile giocatore di carte (Onslow Stevens) – che offre una visione quasi sociologica della vita di frontiera. Il bere incessante, il gioco d’azzardo, le sparatorie e le battaglie con i nativi americani si fondono con le lotte per l’amore e il denaro evocando una cultura cruda e violenta che suona, nell’anno successivo alla fine della Seconda guerra mondiale, come assolutamente contemporanea; evitando la storia e la politica, Tourneur ci consegna, in uno sfolgorante e onirico Technicolor, un film noir pastorale.

Richard Brody, The New Yorker

 

Uno degli esempi più misteriosi e squisiti del genere western mai realizzati.

Martin Scorsese


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