Yinka Shonibare, artista britannico-nigeriano di fama mondiale, supera l’artificiale concetto di cultura attraverso un corpus di opere acclamato a livello internazionale. La serie Refugee Astronaut (2015 - in corso) presenta un astronauta nomade a grandezza naturale ornato di tessuto “africano”, equipaggiato per affrontare crisi ecologiche e umanitarie. Portando con sé una rete colma di beni terreni, la figura simboleggia le sfide poste dal dislocamento. Nata dalla contemplazione dello spazio come potenziale rifugio, l’opera mette in guardia contro la negligenza ambientale e il capitalismo, contestando l’insostenibile ricerca di crescita perenne; sovverte inoltre le connotazioni coloniali, presentando un rifugiato astronauta in netto contrasto con l’istinto coloniale di conquistare il mondo. In tono cautelativo, Shonibare sottolinea che l’opera serve da monito, esortando a meditare sulle potenziali conseguenze dell’inazione riguardo all’innalzamento del livello delle acque e al conseguente spostamento delle persone. Per l’artista, la questione generale dell’umanità è incredibilmente varia e ribadisce che non esiste un unico modo di essere umani.
—Sofía Shaula Reeser del Rio