fbpx Biennale Danza 2021 | Il corpo è un documento dell'oggi - 2006
La Biennale di Venezia

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Omaggio a Ismael Ivo

Il corpo è un documento dell'oggi

2006


UnderSkin

 

Il Festival è focalizzato sull’origine e l’ispirazione della danza contemporanea. Il fulcro della discussione è la relazione che intercorre fra Corpo/Anima/Scienza. Questo ci permette di affrontare tematiche diverse e di capire cosa facciamo del nostro corpo in un’epoca che ci offre la possibilità non solo di ricostruirlo ma anche di rimodellarlo, ridisegnarlo, di trapiantare la nostra faccia o di clonarla. Come si riflette tutto ciò nella cultura che osserva il corpo? E come rispondono i coreografi a questa situazione?
La danza cerca di raggiungere un body momentum, quell’attimo irripetibile e irriproducibile in cui il corpo si fa arte. Quando un artista sale sul palcoscenico scaturisce qualcosa di misterioso dalla sua fisicità: il ritmo del cuore è accelerato, il sangue scorre sempre più velocemente nelle vene, l’alta concentrazione e tutto quello che gli brucia dentro provocano una specie di esplosione interna che la scienza non può facilmente spiegare. 
Come si fa a comprendere l’ispirazione, il possesso di quell’energia che nasce dall’anima dell’artista? E ancora, come si trasforma tutto questo in creatività e arte? L’anima che muove il corpo funziona da catalizzatore di quell’ampia gamma di idee che agita il mondo, entra cioè in contatto con le sue molteplici influenze. 
La vera domanda è: il corpo congelato all’interno di un laboratorio si deve considerare utilizzato per scopi medici o estetici? Stiamo lentamente diventando androidi? Cosa succede al corpo quando entra nello stato fisico di trance durante un rito sciamanico? Fin dall’antichità la danza è stata correlata alle tradizioni dionisiache, come il prodotto di spiriti posseduti. D’altro canto, sul versante della scienza e della psicologia, il prodotto di alcune personalità schizofreniche è stato punto di partenza di nuove idee artistiche. Le figure di Isadora Duncan e di Vaslav Nijinsky ne sono un esempio.
Danza e rito religioso incrociano il loro percorso nel mondo dei visionari. Arte e Follia è uno degli argomenti affrontati nel corso del simposio che apre questa edizione del festival. La Biennale del Corpo è un laboratorio di visioni contemporanee.  La città di Venezia offre l’opportunità di guardare al passato, di analizzare il presente e di percepire intuitivamente il futuro. Va under skin, cioè sotto pelle, con il simposio, i laboratori in programma e le performance presentate nell’ambito del festival attuale. È un’occasione per scambiare idee e soprattutto per osservare dall’interno, comprendendone gli impulsi creativi, l’arte contemporanea. Penetrare under skin, sotto pelle, è un modo per vedere come scatta il meccanismo di conoscenze e competenze dell’esperienza performativa. 
Si collega con l’art in process di oggi. Viviamo tempi di rapida trasformazione del concetto di identità. Il problema di trovare un linguaggio personale o un’originalità stupefacente si ricollegano al concetto individuale di nazione e cultura. Viviamo nell’epoca dei nuovi provocateurs, in cui si bruciano automobili per riaffermare o ridefinire la propria identità e la propria cultura. Il cervello del nostro corpo registra emozioni e informazioni che potrebbero trovare uno sbocco nell’arte contemporanea. La paura della morte e la necessità di uno spazio vitale possono far scattare quello che di speciale c’è in una persona che non vuole passare inosservata. Il viaggio nella psiche di un artista acuisce la nostra comprensione del suo dono e delle sue idee. Il meccanismo neurale che connette percezione, emozione, fede e creatività ci porterà ad apprezzare ancora di più il mistero dell’arte. Una volta ho letto da qualche parte che la differenza fra l’arte e la scienza si misura in rapporto alla verità. Lo scienziato si impegna nella ricerca della verità. L’artista no.

 

Ismael Ivo
dal catalogo del 4. Festival Internazionale di Danza Contemporanea

Corpo Anima Scienza

È possibile penetrare dentro ai corpi e alle menti?  Che cos’è questa fusione di esperienza  estetica, etica, biologica, sociale e spirituale? Siamo facilmente sedotti dalle apparenze. La questione è complessa ma possiamo provare a farci strada nell’oscurità e a indagare nelle immagini fisiche, nei corpi organici, nell’ispirazione e nei bisogni creativo/spirituali.
L’obbiettivo di un incontro multidisciplinare è l’attenta osservazione del legame tra il fluire dell’energia del cervello e quella del cuore, della forza fisica in connessione a un credo e alla spiritualità. Corpo, Anima, Scienza. Come sottolinea Michael Williams siamo intrappolati nella nostra condizione umana tra una “immagine divina” e una “prigione di carne”.
Possiamo esaminare opinioni e discipline  diverse con l’aiuto di scienziati, filosofi, scrittori ed esperti, leader spirituali e artisti, che sono in grado di illuminare e rivelare dei sentieri di informazione e di guida.
La nostra anatomia è inscindibile dalla scienza del corpo nel conoscere il proprio corpo? È forse legata ai fondamenti delle percezioni e dei processi emozionali?
Già nella seconda metà del XVIII secolo, come ricorda Jacque Le Goff, la teoria medica ed estetica si dedicava all’esplorazione del sistema nervoso. La fisiologia abbracciava per intero i moti del corpo, le idee e i sentimenti.
La testa (caput), sede del cervello, era per i Romani e per la maggior parte delle persone l’organo che contiene l’anima, cioè la forza vitale della persona, e che esercita la funziona direttiva nel corpo.
Nello stato di trance, i rituali religiosi propongono l’immagine di corpi posseduti, abitati, messi a servizio della divinità. Nella danza l’esercizio radicale di possedere il corpo è lì, nella carne e nel sangue, e la persona non è più lei/lui (valgono come esempio Vaslav Nijinsky o Isadora Duncan). La Divinità ha bisogno di un corpo. D’altro canto l’etica del gesto e del comportamento sono acquisizioni sociali. I processi di apprendimento o di imitazione sembrano naturali perché sono noti all’intera società. La concezione del movimento e dell’espressività fa riferimento a schemi filosofici, religiosi, psicologici e artistici della cultura odierna.
Uno studio di Jean Claude Schmitt riferisce che le regole del comportamento e del gesto possono mutare alla luce di valori universali.

Il simposio-laboratorio all’interno della Biennale di Venezia intende offrire uno spazio di ispirazione e di riflessione in una prospettiva progettuale in progress. L’obiettivo è mettere a fuoco il corpo come elemento centrale di cambiamento, di ricerca antropologica e di eterna curiosità umana.

 

Ismael Ivo
Introduzione al simposio tratta dal catalogo del 4. Festival Internazionale di Danza Contemporanea

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