BODY & EROS
LOVE
AMORE
Nome Greco: Eros
Origini mitologiche: la più grande delle antiche leggende; nato dal caos originale; figlio di Venere e di Marte
Caratteristiche principali: Il Dio dell’amore
Amore o Cupido è descritto, nella maggior parte delle fonti più antiche, come una divinità nata dal caos originale, che mantiene insieme l’universo. È un dio alato e, con la sua freccia, fa innamorare gli esseri umani. Per scoccare il sio dardo il dio vola al di sopra della testa della vittima. La sua arte è accomunata al simbolo di Ercole il che significa che l’amore vince anche sui più potenti e i più forti. Talvolta è rappresentato con gli occhi bendati per dire che “l’amore è cieco”.
Il Festival Body&Eros è una riflessione sugli espedienti usati dal corpo, dalla mitologia antica ad oggi, per sottrarsi all’ordinario. L’erotismo è olistico per lo sviluppo dell’umanità riandando alle pratiche orgiastiche per celebrare il raccolto e la fertilità. Associa il corpo fisico ed il corpo animale-dionisiaco in cui i sensi si agitano sottopelle. E ancora: gli aspetti più ampi di corpo e desiderio sono presenti negli aspetti esistenziali, economici, politici e sociali della vita. La ricerca del potere nel mondo della politica è stata sempre un mezzo per controllare il corpo nelle sue pulsioni essenziali. Ma il desiderio diviene l’universo che riflette i nostri bisogni in fatto di emozioni alla ricerca della completezza della nostra essenza più profonda. Questo aspetto del corpo che desidera fondersi con se stesso o divenire totalità si ricollega al tema di religione e danza. È il momento in cui il corpo cerca l’intero e perde ogni remora tuffandosi in profondità alla ricerca di ciò che mancava o appariva mancare prima della separazione.
Nel corso della storia della danza, molti coreografi si sono dedicati al tema dell’Eros. E per molti è stato il momento più significativo delle loro creazioni artistiche. Uno tra i più marcanti è Vaslav Nijinsky. Oggi, l’erotismo del nostro tempo si muove verso forme inquietanti che vanno al di là degli spettacoli di spogliarello, includendo il nudo elettronico della grafica computerizzata che sembra essere in grado di generare l’immagine realistica di un corpo che non esiste nella realtà. Al contrario di un pittore o di un fotografo, che fanno riferimento a un modello vivente, l’immagine generata da un computer è indipendente dall’esistenza di un originale. Il corpo può essere privato della pelle esteriore. Ancora, guardando indietro nel tempo, Eros è essenzialmente associato al tabù della nudità. L’esperienza della nudità per i Greci sta all’opposto dell’importanza metafisica che la cultura giudaico-cristiana ha attribuito agli indumenti.
Anche prima delle sue manifestazioni artistiche, la posizione greca era espressa nei giochi attraverso l’ideale etico ed estetico della kalokagathia (bello=buono). Qui la figura umana ideale era rappresentata essenzialmente nuda. Per i Greci la nudità non comportava vergogna, ridicolo o disonore, ma era un valore che implicava chiarezza di visione (la religione greca) in una prospettiva atletica, alle origini aristocratica. La nudità offriva un contraltare al possesso di sé. Eros guardava al corpo non come a uno strumento di volontà soggettiva ma come ad un elemento del cerimoniale, del rituale di unione mistica tra l’uomo e Dio che si incontrano in un clima di massima elevazione spirituale. La danza è dunque un mezzo per suscitare reazioni corporee verso un nuovo vocabolario ed una nuova liturgia corporea.
Eva Meyer osserva “danza e movimento sono sempre avvertiti, a prima vista, come qualcosa di fisico. Ma quel che ci attira è l’alleanza tra un movimento mentale prodotto dal corpo, dal tempo e dallo spazio e la coscienza di noi stessi. È un senso di liberazione che diventa, poi, tensione di esitazione e di attesa del movimento per poterlo apprezzare e per arrenderci ad esso. È come introdurci in una passione profonda che ci fa vedere tutto nuovo. Per accettare le dinamiche naturali della nostra capacità mentale, il nostro desiderio è collegato alla nostra accresciuta capacità di concisione riflessiva. Se è bloccato c’è il rischio di un impoverimento delle nostre sensazioni”.
In questo festival abbiamo l’opportunità di vedere tutto nuovo e libero da pregiudizi in un più ampio apprezzamento della vita e dell’arte fisica. Il desiderio diventa arte e poi si localizza in mutue relazioni. Si lascia dietro la mente e carica la vita di energia elettrica.
Vorrei citare le parole di Virginia Woolf in Orlando e trasferirle al Festival Body&Eros: “Salve, desiderio naturale! Salve, felicità! Divina felicità! Salve, gioie di ogni sorta, fiori e vino, anche se gli uni appassiranno e l’altro ci inebrierà”.
In questo festival vogliamo riconoscere il desiderio come l’aspetto primario connesso all’energia e all’eterno mistero della vita che genera l’arte.
18 ottobre 2006
Ismael Ivo
dal catalogo del 5. Festival Internazionale di Danza Contemporanea