Luigi Domenico Gismondi, italiano di nascita, è stato il più importante fotografo boliviano del primo Novecento e uno dei tanti immigrati europei stabilitisi in Sudamerica alla fine del XIX secolo. A prima vista, Indian and Girl with Ethnic Clothes from Cusco (1917 circa) ricorda le precedenti rappresentazioni di “tipi” etnici. In questa fotografia di studio, Gismondi sceglie di ritrarre individui in abiti quechua tipici di Cusco, in Perù, invece di quelli delle locali comunità aymara di La Paz e dei dintorni della città. Lo sfondo è decisamente non andino, ed evoca invece un sentimentale paesaggio onirico di giardini europei e colline toscane. L’uomo seduto sui mattoni dello studio regge una tromba di conchiglia e un bastone di autorità politica. Lo storico dell’arte Pedro Querejazu ha identificato nella bambina, che tiene in mano una corda che imita la forma di un fuso e di un filo, il figlio del fotografo, Luis Antonio. A un esame più attento, l’assenza degli strumenti di filatura diventa evidente, così come la presenza centrale della piccola mano pallida del bambino che partecipa con paziente attenzione alla creazione di questa finzione.
L’opera di Luigi Domenico Gismondi è esposta per la prima volta alla Biennale Arte.
—Lisa Trever