Maguy Marin, Trisha Brown, Anne Teresa De Keersmaeker/Rosas, Emanuel Gat, Boris Charmatz, Nacera Belaza, Albert Quesada, Yasmine Hugonnet, Isabelle Schad, Thomas Hauert, Adriana Borriello, Claudia Castellucci, Shobana Jeyasingh, Daniel Linehan, Annamaria Ajmone, Marina Giovannini, Francesca Foscarini, Elisabetta Consonni, Daniele Ninarello, Chelo Zoppi, Gabriel Schenker, Camilla Monga, Sandy Williams/Rosas, Lara Russo, Virgilio Sieni, Manfredi Perego.
La colonna vertebrale del Festival è rappresentata dalla presenza di coreografi che presenteranno la loro opera con la propria compagnia e parallelamente, attraverso residenze, lavoreranno alla preparazione di brani inediti all’interno dei percorsi di Biennale College. L’intensità che si rivolge alla trasmissione diviene il territorio di ricerca che riporta in primo piano il senso della creazione in relazione con i dettagli fisici e topografici della città: tracce, soglie, margini racconteranno una città diversa, fatta di cose sottili, captata anche per assenze, per ascolti; in questo senso vanno lette le mappe quotidiane che accolgono l’alternarsi degli eventi. Soste, camminamenti, incontri, attraversamenti dove ripensare il ritmo della frequentazione e allo stesso tempo dei formati di ciascuna esperienza artistica.
La ricerca dei coreografi rifletterà inoltre sulla relazione tra danza e architettura: esperienze sull’origine e lo sviluppo dello spazio partendo dalla ricerca attraverso la danza come misura fisica e umana in dialogo con l’ambiente, il paesaggio e il corpo della Polis. Un programma di esperienze, spettacoli, performance, ricerche, tese ad approfondire la convergenza dell’atto della danza con l’architettura e viceversa: lo spazio architettonico, il contesto urbano, il racconto del paesaggio, i camminamenti, le soste, i margini, divengono motivo di riflessione sull’equilibrio, la forma, la misura e la democrazia.
Negli spazi della Biennale all'Arsenale nascerà una vera Polis di sei luoghi teatrali messi in relazione con le pratiche che si svolgeranno al loro interno stabilendo una ciclicità di eventi.
Tra i sestieri San Marco, Dorsoduro, Castello e l’Isola di San Giorgio (12.00 > 19.00) coinvolgeremo quattordici spazi: cinque Campi e nove luoghi al chiuso nell’intento di costruire una geografia inedita che si sviluppa attraverso la misura del corpo e dei brani coreografici presentati; camminamenti che ricostruiscono il racconto della città nei dettagli, tracce e volti che ogni frequentatore si troverà a incontrare quotidianamente.