Nel secondo anno del mandato da Direttore Artistico del Settore Musica della Biennale di Venezia, Lucia Ronchetti conferma le linee guida del suo progetto di Festival: Venezia come punto di partenza imprescindibile nella storia della musica, la ricerca e l’uso dei luoghi storici dedicati alla musica (dai teatri ai campi, dalla Basilica Marciana agli Istituti di formazione), l’interazione con le istituzioni veneziane.
L’anno scorso il centro del Festival era stata l’esplorazione delle potenzialità drammaturgiche della voce, potenziata e valorizzata dalla scrittura corale contemporanea. Quest’anno è il teatro musicale, di cui vengono individuati anche alcuni luoghi di prima rappresentazione e i legami con antiche tradizioni, quale il Carnevale veneziano.
Il secondo forte impulso di Lucia Ronchetti al suo Festival è il ritorno alla commissione di opere originali. Lucia si lamenta spesso che in Italia (a differenza di molti altri Paesi, anche europei) ci siano poche commissioni pubbliche. Una convinzione condivisa da molti protagonisti delle arti visive, secondo i quali a Venezia si mostra molta arte ma se ne produce poca.
Sono convinto che la scelta di presentare nuove composizioni espressamente commissionate dalla Biennale per il Festival sia la strada giusta per far crescere professionalmente artisti che, come per tutte le altre discipline, si ritrovano a vivere a Venezia un’esperienza laboratoriale e sperimentale, fulcro di una Biennale in divenire.
Il seme di tutto ciò è già contenuto nelle attività della Biennale College, dove giovani artisti entrano in contatto, attraverso il Direttore Artistico del Settore, con una dimensione internazionale, lavorando con tutor provenienti da ogni parte del mondo e affrontando la prova del pubblico in condizioni uniche per prestigio e competenza.
Ho visto Lucia Ronchetti brandire la bacchetta da rabdomante cercando nuovi talenti fra coloro che, desiderosi di sperimentazione, si sono candidati al College. A lavoro compiuto Lucia attribuisce a questi giovani “inedite intenzioni creative”, che troveranno espressione nelle prime assolute commissionate per la Biennale Musica 2022 al fine di arricchirlo di “nuove prospettive”. Un’ambizione che la Direttrice ritiene appagata dal risultato e che proietta in una visione molto ottimista rispetto al futuro della musica contemporanea, che difende con forza e passione per renderla sempre più conosciuta ed eseguita.
Lucia costruisce un luogo della contemporaneità legando i talenti dell’Ensemble Ars Ludi, Leone d’Argento 2022, a un classico del contemporaneo qual è Giorgio Battistelli, cui viene conferito quest’anno il Leone d’Oro alla carriera, protagonisti insieme di una nuova versione di Jules Verne.
È un grande lavoro di tessitura che fa tesoro di tante e diverse esperienze con un solo scopo: “portare all’attenzione del pubblico i risultati più estremi, fragili ma allo stesso tempo più interessanti e futuristici della drammaturgia musicale contemporanea”.
Nulla di più affine alla missione della Biennale di Venezia: mettere assieme tutte le contemporaneità che si sono succedute, sorprendendoci a ogni tappa.