Biennale College Musica - Paul Hauptmeier

Per il 66. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia ho immaginato di creare un lavoro sonoro ibrido, ancorato al tempo stesso nello spazio reale e in quello virtuale. In questo lavoro site specific il pubblico è dotato di cuffie aperte e può muoversi all’interno dell’installazione, ascoltando suoni virtuali che sono – al pari di un’applicazione di realtà aumentata – localizzati in punti specifici dello spazio reale e variabili a seconda dell’orientamento e della posizione dell’ascoltatore. Allo stesso tempo questi suoni virtuali si fondono con l’ambiente acustico reale del luogo, lievemente alterato attraverso altoparlanti nascosti. La stanza presenterà diverse forme, bordi e pareti creati con luce proiettata. Attraversandole, il pubblico si trova immerso nel relativo mondo sonoro virtuale. Grazie all’uso di avanzate tecnologie di tracciamento sono in grado di concepire il suono come un materiale da modellare fisicamente nello spazio. Di conseguenza, è possibile creare differenti realtà sonore, distinte ma sovrapposte e coesistenti, che possono essere scoperte dal pubblico, trasformandone drasticamente la percezione uditiva. Attraverso l’interferenza tra suoni reali e suoni virtuali, si sviluppa un interessante dialogo tra l’esperienza collettiva e quella individuale all’interno del lavoro.