Salvatore Sciarrino: | Nocturnes (A. Un sogno di Chopin, B. Sans nuages, C. Fine di un sogno urbano) (2024, 30’) per orchestra - prima assoluta |
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Luca Francesconi: | Sospeso - A Suspension of Disbelief (2024, 36’) per orchestra amplificata - prima assoluta |
Commissione: | La Biennale di Venezia |
Strumentisti: | Frankfurter Opern-und Museumsorchester |
Direttore: | Thomas Guggeis |
Realizzazione informatica musicale e diffusione del suono: | Thierry Coduys |
Salvatore Sciarrino / Luca Francesconi
SALVATORE SCIARRINO - NOCTURNES
È lecito parlare di musica assoluta? Può esistere una musica pura? No, non può darsi. Neppure evocata dalla poesia di Rainer Maria Rilke: rarefatta è semmai l’atmosfera in cui la musica fiorisce. Ludwig van Beethoven, Franz Schubert, Claude Debussy, Fryderyk Chopin furono protagonisti della messa in crisi del concetto di assolutezza, (ri)producendo il singhiozzare della melodia a causa dell’ansia, il vibrare delle foglie sotto una lieve brezza, i richiami urbani dei battelli sulla Senna, i suoni militari delle trombe delle caserme.
Nocturnes accoglie i suoni del mondo, senza essere musica descrittiva né assoluta. Musica organica semmai, ci vuole porre alcune domande. Sebbene alcuni elementi si richiamino da un punto all’altro, la composizione è fatta da tre frammenti distinti e accostati, senza separazione né soluzione di continuità. Come fasi provenienti da un divenire assai più ampio, di cui abbiamo un affiorare solo parziale.
Salvatore Sciarrino
LUCA FRANCESCONI - SOSPESO
Discontinuità, non seguire obbligatoriamente il pensiero binario della logica razionale, l’ossessione di Socrate nel trovare un senso. C’è anche molto altro, sospeso intorno a noi. In ogni pezzo che ho composto negli anni ho notato una necessaria, forse disperata ricerca di costruzione, edificazione, di rispondenza logica in una struttura coerente. La mia natura è in effetti tutt’altro. Ma questo sforzo controbatteva un paesaggio di macerie lasciato dalla generazione precedente. Poi però ho notato che ogni volta nascevano degli episodi forse inconsapevoli di sospensione della continuità. Delle epifanie spontanee che sfuggivano allo sforzo teleologico. Il tempo si fermava e ci si sentiva sollevati in una dimensione di semplice presenza. Simile a una forma di trance. Lì c’era un mistero. Che fosse una sospensione stuporosa e silenziosa o ctonia e violenta come una danza dionisiaca, il principio era lo stesso. Questa dimensione urla nel nostro corpo. Allora ho cercato questi momenti in tutti i pezzi che ho scritto e ho deciso di abitarne alcuni. E di nascosto vedere cosa succede. L’urlo, il raglio dell’asino è forse la dimostrazione più convincente dell’esistenza di Dio.
Luca Francesconi