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“La forma del caos / The Shape of Chaos”: il secondo numero della Biennale Rivista
È dedicato al tema dell’Archivio e sarà presentato il 24 febbraio a Bologna e il 25 a Ravenna.
La forma del caos / The Shape of Chaos
Esce venerdì 21 febbraio il secondo numero della rinata Rivista edita dalla Biennale di Venezia, intitolato La forma del caos / The Shape of Chaos e interamente dedicato al tema dell’Archivio. Anche con questo nuovo numero monografico dialogano le discipline proprie della Biennale di Venezia (arte, architettura, cinema, danza, musica, teatro), ma anche moda, scienza, poesia, letteratura, antropologia.
Il numero La forma del caos / The Shape of Chaos sarà presentato:
- lunedì 24 febbraio 2025 ore 18 alla Biblioteca di Arte e di Storia di San Giorgio in Poggiale (Via Nazario Sauro 20/2, Bologna). Un saluto di Patrizia Pasini, Presidente Fondazione Carisbo; Beppe Costa, Presidente Opera Laboratori; Renzo Servadei, Amministratore Unico Genus Bononiae; con Enrico Bittoto, Curatore e ricercatore indipendente.
Interverranno il Presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, e la responsabile dell’Archivio Storico e Direttore editoriale della Rivista, Debora Rossi.
Ospite della serata, il cantante e scrittore Giovanni Lindo Ferretti.
Sarà presente il direttore della Rivista Luigi Mascheroni. - martedì 25 febbraio 2025 ore 18 presso l’Associazione Culturale Tessere del '900 (Via IX Febbraio 1, Ravenna). Un saluto di Piero Casavecchia, Presidente Associazione Culturale Tessere del '900.
Interverranno il Presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, e la responsabile dell’Archivio Storico e Direttore editoriale della Rivista, Debora Rossi. Ospite della serata il regista Yuri Ancarani.
(Ingresso libero su prenotazione, fino esaurimento posti – RSVP: info.asac@labiennale.org).
Il primo numero è stato lanciato lo scorso autunno 2024, intitolato Diluvi prossimi venturi / The Coming Flood ededicato al tema dell’Acqua.
“È sorprendente, scorrendo il sommario del secondo numero della Rivista della Biennale di Venezia pubblicata nel mese di ottobre del 1950 - spiega Debora Rossi - come lo spirito critico e di ricerca interdisciplinare rivolti al futuro prossimo fossero presenti allora, come oggi nella rinnovata edizione. La Rivista – continua Rossi - rinasce con lo stesso spirito e natura che la contraddistingueva sin dalla prima edizione, ovvero retta da una parola guida, ‘ricerca’, termine che ricorre nella stessa legge istitutiva della Biennale. Rappresenta uno spazio di riflessione e discussione intorno all’oggi, sempre con la prospettiva di meglio comprendere e immaginare il futuro”.
“Questa rivista di carta – scrive il direttore Luigi Mascheroni nel suo editoriale – diventa così un registro di carte. E d’idee, documenti, ricordi, collezioni. L’archivio è la speranza (o l’illusione?) dell’uomo di fare ordine e dare forma al caos, generando conoscenza.”
I contributi del nuovo numero 1/25 sono di Adonis, Matteo Al Kalak, Eleonora Barbieri, William Basinski, Cesare Bisantis, Boris Behncke, Sue Black, Irene Boyer, Silvia Calandrelli, Edoardo Camurri, Mircea Cărtărescu, Maud Ceriotti Giaccari, Roberto Cicutto, Giuseppe Conte, Maria Cristiana Costanzo, Pablo Delano, Okwui Enwezor, Marta Franceschini, Alessandra Iadicicco, Gianfranco Linzi, Luigi Mascheroni, Giulio Maira, Alberto Manguel, Pablo Maurette, Damiano Michieletto, Paolo Nori, Federico Pontiggia, Mariagrazia Pontorno, Carlo Ratti, Amerigo Restucci, Bruno Ruffilli, Debora Rossi, Wang Shu e Lu Wenyu, Gian Antonio Stella.
La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Archèus. Labirinto Mozart, un’installazione immersiva di Ophicina e Damiano Michieletto. Il numero è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale, dall’Archivio Luciano e Maud Giaccari, Bergman Center Foundation, Getty Images, Warburg Institute. Sono presenti, inoltre, le fotografie di Iwan Baan, Giacomo Bianco, Antonio Biasucci, Frankie Casillo, Giacomo Doni, Thierry Du Bois, Charles Fréger, Mary Gelman, Roberto Marossi, Domingo Milella, Alessandro Scotti, Giovanna Silva, Dayanita Sing, Gerald Ulmann.
Il progetto
Concepita e realizzata in edizione cartacea, dotata di un significativo apparato iconografico che attinge in buona parte dall’Archivio Storico della Biennale e da ricerche fotografiche nazionali e internazionali, la rivista avrà cadenza trimestrale, con trattazione monografica per ogni numero, facendo dialogare le discipline proprie della Biennale di Venezia - arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema - ma anche scienze e letteratura. Come nella prima rivista, anche la moda rientra nei mondi di riferimento, proprio per la relazione del suo processo creativo con l’arte, gli archivi, la sperimentazione.
Ogni numero contiene interventi, testimonianze, interviste, dialoghi e contributi inediti ed esclusivi a cura di artisti, studiosi, personalità italiane e internazionali del mondo della cultura e della società civile. Diverse sono le modalità espressive che danno spazio alla grafica e alle contaminazioni tra i linguaggi.
La redazione
Direttore editoriale della Rivista è Debora Rossi. La direzione è affidata a Luigi Mascheroni, giornalista e scrittore. La Redazione è composta dall’Ufficio Attività Editoriali, gli Uffici stampa e da una squadra di figure professionali proveniente dai diversi Settori della Biennale. Il progetto grafico è a cura di Tomo Tomo, studio di design della comunicazione fondato a Milano da Davide Di Gennaro e Luca Pitoni.
La distribuzione
La rivista, in vendita nello store online della Biennale e nelle principali librerie, sarà presentata in vari luoghi e manifestazioni in Italia e all’estero.
I contributi del n. 1/24 sono di Manal AlDowayan, Engin Akyurek, Carlo Barbante, Davide Brullo, Carolyn Carlson, Aziza Chaouni, Giovanni Lindo Ferretti, Giulia Foscari, Chiara Ianeselli, John Kinsella, Piersandro Pallavicini, Francesco Palmieri, Gilda Palusci, Orhan Pamuk, Mariagrazia Pontorno, Elena Pettinelli, Andrea Rinaldo, Emanuele Rosa, Stenio Solinas, José Tolentino de Mendonça, Lorenzo Toso, Luciano Violante, Peter Weir, Kongjian Yu. La copertina è illustrata con un’immagine fotografica di Yuri Ancarani realizzata durante le riprese del film Atlantide. Il volume è illustrato con le fotografie provenienti dall’Archivio della Biennale e con le fotografie di Chiara Arturo, Alessandro Cinque, Antonio Martinelli, Paolo Pellegrin, Italo Rondinella, Paolo Verzone, Federico Vespignani, Francesco Zizola.
Nota storica
La rivista della Biennale di Venezia 1950-1971
In considerazione del grande successo della XXIV Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale del 1948, la prima dopo la Seconda guerra mondiale, già nei primi mesi del 1950 l’Ente decise di pubblicare una rivista con l’intenzione di farne l’organo ufficiale di promozione delle sue manifestazioni. L’idea era dar vita a una rivista trimestrale intitolata ‘La Biennale di Venezia’. L’immagine di copertina variava ogni volta in relazione alle attività della Biennale e la rivista sin dagli inizi si presenta come un oggetto prezioso, di grande formato, molto curata dal punto di vista editoriale, inserzioni in carte diverse e di diversa consistenza, molte immagini ricercate, per lo più in bianco e nero, ma anche con tavole a colori che nel tempo andarono aumentando. Titolo di inizio è: “La Biennale di Venezia. Rivista trimestrale di arte cinema musica teatro moda”. Il numero di lancio parte nel luglio 1950 ed è costituito da 50 pagine di testo, 5 tavole a colori e 65 tavole in bianco e nero. Casa editrice: Vittorio Alfieri, Firenze; Stamperia: Carlo Ferrari, Venezia. Il Comitato di redazione è costituto dal Presidente dell’Ente Giovanni Ponti, dal Segretario generale Rodolfo Pallucchini, il direttore responsabile della rivista è Elio Zorzi (capo ufficio stampa) che si avvale dei seguenti collaboratori: Umbro Apollonio (responsabile ASAC), Antonio Petrucci, Giovanni Piccini, Adolfo Zajotti, Ferdinando Ballo.
Seconda fase della rivista 1960-1971
Il numero doppio 36/37 luglio-dicembre 1959 è l’ultimo di una fase di transizione. Pallucchini aveva lasciato l’incarico alla Biennale nel 1957 e al suo posto era arrivato Gian Alberto Dall’Acqua. La direzione della rivista viene presa in mano da Apollonio, con nomina ufficiale nel ruolo dal 1958, che lavora da subito in grande sintonia con Vladimiro Dorigo. L’orientamento meno accademico impostato da Apollonio tende a dare spazio alle istanze dell’arte delle nuove generazioni, ad aggiornare ulteriormente l’aspetto del periodico in chiave meno patinata. Il cambio di passo si nota bene dal numero 40 del luglio-settembre 1960: viene cambiato nuovamente il font, aumentano i contributi di carattere critico, le immagini sono per lo più in bianco e nero. La rinnovata linea vuole dare “ampio margine ai dibattiti della critica più cogenti in un connubio di aspetti formali storici estetici che l’odierna arte mondiale propone e sviluppa”. Viene inoltre deciso che la rivista sarà pubblicata in proprio dalla Biennale, senza coinvolgere altri editori più o meno rinomati, sempre in difficoltà con le vendite. Questa linea editoriale si conserva fino agli anni Settanta, quando al posto della rivista a partire dal 1975 saranno pubblicati gli Annuari diretti da Dorigo.