Sandi Hilal e Alessandro Petti di DAAR (Decolonizing Architecture Art Research) in collaborazione con Luca Capuano
Decolonizing Architecture Art Residency
Stateless Heritage: Dheisheh Refugee Camp World Heritage Nomination
Album
Descrizione
I campi profughi hanno una propria storia? Il campo è solo un luogo di miseria o è in grado di produrre valori da riconoscere e tutelare? Cosa accadrebbe se il sito del campo profughi di Dheisheh fosse riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità? E come dovrebbe cambiare la nozione di patrimonio per poter riconoscere e prendere atto delle condizioni del campo?
Stateless Heritage è un tentativo di comprendere la condizione del rifugiato e di cimentarsi con essa al di là dell’umanitarismo. Ripensare il campo profughi come spazio politico non è sufficiente. È necessario considerare il profugo come persona in esilio e l’esilio come una pratica politica contemporanea che è in grado di sfidare lo status quo. Riconoscendo il patrimonio di una cultura dell’esilio si crea una nuova prospettiva attraverso cui è possibile immaginare e vivere le strutture sociali, spaziali e politiche trascendendo il concetto di stato-nazione.
CON IL SUPPORTO AGGIUNTIVO DI
Iaspis, the Swedish Arts Grants Committee International Programme for Visual Artists
Van Abbemuseum
Jameel Arts Centre in Dubai
the Royal Institute of Art, Stockholm
Art and Theory Publishing