SAPERE COME USARE IL SAPERE
Come vivremo insieme? Come vivremo bene insieme? Creando armonia tra persone e ambiente in cui vivono. Un futuro prossimo fatto di luce, cultura, bellezza, armonia e contratto spaziale.
Questi sono in sintesi i concetti attorno a cui verterà il Padiglione Venezia ai Giardini della Biennale per la 17. Mostra Internazionale di Architettura. Il progetto voluto dal Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, curato da Giovanna Zabotti con la collaborazione del commissario Maurizio Carlin, si muoverà in una continua sperimentazione di luoghi e di spazi, luoghi di visione e, allo stesso tempo, di realtà quotidiana. La Biennale, luogo libero di sperimentazione, di provocazione, di pensiero, diventa un luogo di domande: Cos’è la città? Perché si vive insieme? Nuove stazioni, luogo terzo nel senso più ampio del termine.
Protagonista principale di questa edizione sarà l’Architetto Michele De Lucchi che con il suo studio AMDL CIRCLE, presenta le Education Stations. Sotto questo titolo si affronta il tema degli spazi per l’apprendimento e la formazione usando i criteri progettuali delle Earth Stations, architetture visionarie che aspirano ad espandere il pensiero in direzione di un futuro auspicabile per il nostro pianeta e per le generazioni future. In particolare, le Education Stations sono cinque edifici per la formazione che corrispondono ad altrettante fasi di crescita di un individuo, dall’infanzia all’età adulta. Nascono da una riflessione sul ruolo educativo dello spazio costruito e dallo studio delle influenze generate nella psiche dall’ambiente. L’architettura e il contesto sono fondamentali elementi educatori e intervengono profondamente nella formazione della personalità, per questo motivo l’ambiente non può essere progettato come una scatola neutra, ma deve rispecchiare l’idea di apprendimento che vogliamo promuovere. Attraverso le interazioni delle persone con gli spazi, gli oggetti e le atmosfere si aspira a creare un’armonia psicologica e relazionale che sia il più appagante possibile e che favorisca la crescita dell’individuo e delle comunità. D’altronde, possiamo avere tutta la sapienza del mondo costantemente a nostra libera disposizione, ma se non siamo attratti al suo uso e non impariamo a gestirla nel modo migliore, è tutto sprecato. Oggi non basta sapere, ma serve sapere come usare il sapere. E dove ricercarlo.
L’Economia della Bellezza di Emilio Casalini occupa una delle stanze laterali del Padiglione: un flusso di connessioni tra saperi, risorse materiali ed immateriali, talenti e personalità dei singoli, comunità consapevoli, azioni concrete, progettazione e cambiamento sistemico post pandemia. La bellezza diviene strumento e fine per la valorizzazione delle infinite sfumature della nostra identità. È assimilabile ad un'architettura sociale per l’organizzazione del tutto e la gestione della complessità attraverso l’armonia. Il focus dello studio è Venezia, con i suoi 1600 anni: un processo di valorizzazione dell’immenso patrimonio di questa straordinaria città e dell’Italia intera, anche attraverso una narrazione che oggi è infinitamente sottodimensionata. È quella gestione della complessità delle comunità contemporanee attraverso i principi su cui è concepita l’architettura nel senso etimologico del termine. A interpretare questa complessità un’opera in vetro del Sapere artigianale delle artiste Marina e Susanna Sent.
Oltre alla mostra principale nel Padiglione Venezia, saranno esposte le opere vincitrici della seconda edizione di Artefici del nostro tempo, un’iniziativa voluta anche questa dal Sindaco, Luigi Brugnaro e promossa dal Comune di Venezia. Sono state oltre 800 le candidature presentate nelle sette discipline in concorso attraverso le quali i giovani artisti hanno risposto all’interrogativo: How will we live together?, il tema generale di questa edizione.