Una mostra adulta
La Mostra di Architettura si è fatta adulta dopo anni di continuità.
Ripercorrendo oggi le varie edizioni del passato ci pare ancor più chiara la loro lettura. Ogni curatore si è collocato in un preciso punto di osservazione e con occhio indagatore ha cercato di mettere a fuoco le riflessioni che derivano dal punto di osservazione prescelto.
A volte i suoi occhi si sono concentrati più da vicino sulle tematiche proprie della disciplina. Se ne è riconosciuta l’esistenza e la vitalità in tempi in cui, come si diceva, sembravano esserci tanti architetti creativi ma sempre meno l’Architettura.
In altri momenti, direi più spesso, lo sguardo è andato sulle relazioni tra l’Architettura e la società civile, assumendo una dilatata idea di quale sia il campo proprio della disciplina, che è chiamata a dare risposte a diversi bisogni individuali e comuni.
E a questo proposito ci si è soffermati anche sulla capacità della società civile di formulare domande e di esprimere quei bisogni, e sugli ostacoli che si frappongono a una più diffusa presenza dell’Architettura e sui modi di superarli.