fbpx Biennale Teatro 2024 | Amir Reza Koohestani / Mehr Theatre Group - Blind Runner
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Teatro

Amir Reza Koohestani / Mehr Theatre Group - Blind Runner

Anno/Durata:2023, 60’
Testo e regia:Amir Reza Koohestani
Drammaturgia:Samaneh Ahmadian
Assistente alla regia:Dariush Faezi
Luci, scenografia:Éric Soyer
Video:Yasi Moradi, Benjamin Krieg
Musica:Phillip Hohenwarter, Matthias Peyker
Costumi:Negar Nobakht Foghani
Interpretazione:Ainaz Azarhoush, Mohammad Reza Hosseinzadeh
Produzione, amministrazione, promozione:Pierre Reis
Coproduzione:Kunstenfestivaldesarts, Berliner Festspiele, Athens Epidaurus Festival, Festival d’Automne à Paris, Théâtre de la Bastille, La rose des vents – Scène nationale Lille Métropole – Villeneuve d’Ascq, La Vignette, scène conventionnée Université Paul-Valéry Montpellier, Théâtre populaire romand – Centre neuchâtelois des arts vivants, La Chaux-de-Fonds, Triennale Milano Teatro, Festival delle Colline Torinesi/Fondazione TPE, Noorderzon Festival of Performing Arts & Society
Residenze creative:Théâtre populaire romand – Centre neuchâtelois des arts vivants, La Chaux-de-Fonds (Svizzera), KWP Kunstenwerkplaats (Bruxelles, Belgio)
Con il supporto di:Institut français, Ministero francese della cultura – Drac Île-de-France
Nota:Spettacolo in lingua persiana sovratitolato; traduzione in lingua italiana Laura Artoni

Descrizione

Blind Runner intreccia i destini di tre persone.
Un marito va a trovare sua moglie, prigioniera politica, una volta alla settimana. I loro colloqui, spiati attraverso cimici e telecamere, diventano sempre più freddi, portano a incomprensioni e a un’incapacità di esprimere a parole la durezza della vita di tutti i giorni.
Su insistenza della moglie il marito accetta di fare da guida a una ragazza cieca alla maratona di Parigi. I due runner devono trovare un ritmo comune, e nel corso degli allenamenti imparano a conoscersi. Ma una volta terminata la corsa, un altro piano prende forma: raggiungere l’Inghilterra attraversando il tunnel della Manica, percorrendo 38 km in poche ore, per non essere travolti dal primo treno del mattino.
Tra i confini della prigione e il senso di libertà dato dalla corsa, la trama prende un ritmo sempre più ipnotico, cullato dalla musicalità della lingua persiana. Da questo intreccio emerge una visione poetica della fatica, dell’aiuto reciproco, della libertà verso cui ci lanciamo.
Fedele al suo approccio scarno al palcoscenico, Amir Reza Koohestani utilizza qui lo strumento del video per moltiplicare le possibilità della narrazione, lasciando che lo sguardo del pubblico si sposti liberamente dai corpi sul palco ai loro volti filmati.


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