Cerimonia di consegna
Venerdì 25 settembre 2020, ore 20.00
Arsenale, Teatro alle Tese
Venerdì 25 settembre 2020, ore 20.00
Arsenale, Teatro alle Tese
La Biennale di Venezia ha attribuito il Leone d’Oro alla carriera a Luis de Pablo, compositore, didatta e divulgatore spagnolo.
“Il Leone d’Oro alla carriera è il riconoscimento all’opera magistrale del più grande compositore spagnolo vivente: Luis de Pablo. Artista sommo che ha saputo catalizzare le esperienze più significative dei linguaggi contemporanei in un idioma estremamente personale, profondo ed espressivo che ha trovato nei generi “misti” uno degli approdi preferiti. Il suo fertile artigianato ha sovente coniugato le esperienze della contemporaneità occidentale con istanze della musica extraeuropea per la quale il Maestro ha avuto sempre una speciale predilezione. Grande didatta e divulgatore, Luis de Pablo ha anche il merito di aver portato in Spagna, in un periodo politico difficile, un’idea forte di libertà d’espressione non soltanto in campo artistico”.
Ivan Fedele
Luis de Pablo inaugurerà il 64. Festival Internazionale di Musica Contemporanea (25 settembre > 4 ottobre) con un concerto a lui dedicato ed eseguito dall’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius. Il concerto sarà preceduto dalla consegna del Leone d’Oro alla carriera.
Luis de Pablo (Bilbao, 1930) inizia gli studi musicali a 7 anni a Fuenterrabía, proseguendoli poi privatamente. Laureatosi in giurisprudenza all’Università Complutense di Madrid, intraprende la professione di avvocato, mentre cresce in lui l’interesse per la musica contemporanea, che lo porta al compimento della formazione musicale e alle prime esperienze compositive da autodidatta. Abbandonato definitivamente il diritto, nel 1958 fonda con Ramón Barce il gruppo Nueva Música e si dedica attivamente alla diffusione della musica di oggi, spendendosi nella diffusione delle opere e del pensiero della Seconda Scuola di Vienna. All’inizio degli anni Sessanta è a Darmstadt, dove suoi lavori sono tenuti a battesimo da Maderna e Boulez, e a Parigi, dove studia con Max Deutsch, allievo di Schönberg, muovendosi tra serialismo e alea. Fonda la serie di concerti «Tiempo y Música» (1963), la Prima Biennale di Nuova Musica di Madrid (1964), il gruppo «Alea» e il primo studio elettroacustico di Spagna (1965): esperienze cruciali nell’uscita della Spagna dall’isolamento culturale cui l’aveva costretto il franchismo. Riconosciuto su scala internazionale su entrambe le sponde dell’Atlantico, nel 1972 organizza gli “Encuentros de Pamplona”, festival interdisciplinare che gli frutta gli attacchi, per ragioni politiche opposte, dei franchisti come dell’ETA. Ripara allora negli Stati Uniti, dove insegna all’Università di Buffalo, e in Canada (professore alle Università di Ottawa e a Montréal), da cui rimpatrierà alla morte di Franco. Negli anni Ottanta – aperti dai numerosi riconoscimenti internazionali in occasione del 50° compleanno – ha affiancato prestigiosi incarichi istituzionali, affidatigli dal governo spagnolo e da teatri e festival francesi, a una produzione imponente allargata al teatro d’opera e gratificata da numerose commissioni ed esecuzioni.
La musica di Luis de Pablo è caratterizzata da un’estrema ricettività, attenta a ogni forma artistica, europea e non, grazie alla capacità di integrare le diverse sollecitazioni (non solo musicali, ma culturali nei termini più ampi, frutto di vaste letture) in un inconfondibile linguaggio individuale, fortemente connotato in termini di strumentazione e armonia: una cifra estetica che configura il compositore come una sorta di «circumnavigatore delle culture» (José García del Busto), lontano al tempo stesso da ogni eclettismo.
Nel 1968 Claude Rostand ha scritto di lui nel “Dizionario della Musica Contemporanea” (Ed. Larousse): «Luis de Pablo è oggi non soltanto la personalità dominante della scuola spagnola nonché uno dei primi compositori ad avere percorso la strada per farla uscire dal suo stretto nazionalismo e conferirle un’intonazione universale, ma anche una delle personalità più prominenti dell’attuale panorama musicale internazionale, grazie all’impulso che egli ha saputo conferire alle tecniche innovative e alle soluzioni personali e originali che ha trovato, per esprimere un temperamento inventivo e poetico eccezionale. Perché in tutta questa ricerca, è l’uomo a restare sempre dietro alla propria musica: è una presenza che gli è naturale e alla quale lui tiene».