Gli anniversari che quest’anno non mancano – di Bruno Maderna, Luigi Nono, Franco Donatoni, Ludwig van Beethoven – sono impulso a una nuova creatività.
“Fra cento anni si parlerà di Bruno Maderna come di un grande compositore che faceva pure il direttore d’orchestra” scriveva profetico Massimo Mila. È infatti nel centenario della nascita che si moltiplicano le celebrazioni dell’autore veneziano (1920-1973), che ha costantemente intrecciato la composizione alla direzione d’orchestra sottoponendo a incessante verifica la scrittura alla realizzazione sonora. Nella vastità degli orizzonti di Maderna un intero capitolo è rappresentato dalle musiche d’accompagnamento che scrisse numerose per documentari televisivi, dalle colonne sonore per il cinema, dalla passione per generi altri come il jazz, l’operetta, il cabaret di Kurt Weill (sarà Maderna a dirigere la prima edizione strehleriana dell’Opera da tre soldi, con Giacomo Manzoni al pianoforte). Di questa curiosità vorace tiene conto il concerto-documentario in prima assoluta Sette Canzoni per Bruno, omaggio congiunto dell’Ensemble FontanaMix, diretto da Francesco La Licata, e del Collettivo In.Nova Fert, giovane realtà di scrittura musicale “comunitaria”. Sono sette momenti musicali che intrecciano voci, ensemble, video ed elettronica per raccontare sette diversi capitoli della vita di Maderna, dal violinista e direttore d’orchestra di The Happy Grossato Company al compositore dei grandi capolavori degli anni ’70. Un concerto-documentario fatto di “frammenti, schizzi, quadrati magici dell’opera di Maderna, tratti anche dalle trascrizioni di autori del passato e della produzione più leggera, che rappresentano le fonti per libere elaborazioni compositive che insieme formano un racconto musicale fortemente impregnato del suo modo di far musica e della sua tenacia a indagare sempre nel nuovo” (dalla presentazione).
A Luigi Nono (1924-1990), allievo di Maderna e veneziano come lui, la Biennale dedica un concerto nel trentennale della morte. Tre brani che appartengono all’ultima stagione creativa di Nono, in cui si intensifica la ricerca di una nuova idea del suono e dello spazio grazie alla frequentazione dello studio di Friburgo negli anni ’80, dove sperimenta tecniche di trasformazione dal vivo dei suoni. Oltre all’elettronica, l’altro elemento che contraddistingue i brani proposti è la figura dell’interprete-creatore, sempre più centrale nella musica del secondo Novecento, uno strumentista capace di sollecitare la visione sonora del compositore partecipando attivamente al processo creativo. Come accade per Post-prae-ludium n. 1 per Donau e per La Lontananza Nostalgica Utopica Futura, brani che Nono scrisse sollecitato dalla perizia e dallo sperimentalismo di Giancarlo Schiaffini, grande suonatore di tuba, e del violinista Gidon Kremer. A Venezia è il giovanissimo Arcangelo Fiorello ad affrontare il brano per tuba ed elettronica, mentre il violino di Francesco D’Orazio interloquisce con gli 8 nastri magnetici di La Lontananza. Uno dei brani più eseguiti di Nono, …sofferte onde serene… per pianoforte e nastro registrato, dedicato all’amico Maurizio Pollini e a sua moglie, conclude il concerto con l’interpretazione del pianista Francesco Prode, che ha offerto una lettura del tutto personale dell’opera di Nono.
Anche Franco Donatoni (1927-2000), che affronta la composizione relativamente tardi per assurgere a uno dei massimi autori del secondo Novecento, segnato da un radicalismo creativo che lo porterà sempre “oltre”, è stato grandemente influenzato da Maderna, tanto da dedicargli il celebre Duo pour Bruno. Nel ventennale della morte è Sandro Gorli, ex allievo del Maestro veronese, fondatore e direttore dello storico Divertimento Ensemble, a presentare un concerto-omaggio alla Biennale di Venezia. Ad Arpège, Spiri, Hot, brani che appartengono alla fase più fertile e libera di Donatoni, quella che lui stessi definì “esercizio ludico dell’invenzione”, si intercalano due novità assolute di Sandro Gorli e Ruggero Laganà, entrambi già allievi di Donatoni.